I consigli del vecchio agricoltore | Settembre

By domenica, settembre 08, 2013 , , ,

Il Riposo del Contadino - Salvo Caramagno
Si nettano i maggesi, sterpando tutti i cespi nati alla fine di primavera. Gli accurati agricoltori fanno tal lavoro mentre quelle piante non hanno ancora maturato i loro semi, perchè cadendo questi non vengano a sbucciare negli anni appresso.

Si trasporta il concime nei campi destinati a seminarvi fave ed altri legumi.

Nei piccoli poderi, ove la seminagione si è fatta a buca (a fussuni) si sterpano le stoppie, si ammonticchiano e si bruciano. Cadute le piogge, si arano le terre sode (tirrozzi) e le stoppie per seminarsi (virgari).

L’opportunità della semina dipende dalla sollecitudine dei lavori di questo mese, dice il proverbio:
Ch’il campo ara ’nnanzi la vernata
Avanza di ricolta la brigata.

Si termina nelle montagne il raccolto del grano marzuolo.

Si fa il raccolto del riso acquatico.

Si svelle la giuggiulena e si lega in mazzetti, come si pratica pel lino: questi poi si abbarcano (abburgianu), ed aperti che saranno per la maturità i baccelli, con diligenza si va scuotendo pian piano ogni mazzetto sopra una tenda, o tela che sia, per averne il seme.

Si prosiegue a raccogliere la robbia.

Si sfronda e si alza la vigna.

Si ripulisce la terra attorno al pedale degli ulivi, perchè cominciando a cader le ulive, non si perdano.

Si raccolgono le mandorle ed i pistacchi.

Negli orti si seminano, in questo e nel seguente mese, cipolle, lattughe e cavoli da torso.

Si scalzano i cardoni.

Si seminano i semi delle scabiose, quei dei leucoi (barcu) ecc.

In questo mese si fanno con maggior facilità e sicurezza gli innesti delle rose ad occhio.

Il primo giorno del mese si dividono le mandre, ed ogni pecoraio, che ha pecore nella mandra (prizzamaru) trasporta le sue in quella con cui è convenuto per il nuovo anno (mandriari).

Si fanno le provviste delle legna per la fattoria.

Si mazzica il lino.

Si lava il frumento rimasto nel suolo dell’aja (sulami), finchè la stagione permette di asciugarlo.

Nei primi giorni del mese i curatoli di aratri si occupano a mettere a cavallo gli aratri per trovarsi pronti. All’oggetto stesso si mettono in ordine le corde, i gioghi, i vomeri ec., onde, cadute le piogge, non si abbia a perder tempo per incominciare i necessarii lavori. Dicono a tal proposito i contadini toscani:
Faccia chi può prima che il tempo mute
Che tutte le lasciate son perdute.
Si cominciano ad accomodare le botti, i tini, e tutt’altro che
deve servire per la vendemmia.

[Calendario per l'agricoltore siciliano, 1827]

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