Carnevali Storici di Sicilia [I parte]

By martedì, febbraio 05, 2013 , , , ,

Il Carnevale, come affermano gli antropologi, è una sorta di contestazione dovuta al bisogno di riscatto, alla paura del rischio, tipico dell'inizio del nuovo ciclo stagionale, al desiderio di liberazione tradotto in gioiosa "follia", alla necessità di ribaltare ruoli e stereotipi sociali. Le caratteristiche generali dello "spettacolo" in Sicilia, basato su componenti parateatrali e cerimoniali, si ricollegano al Carnevale; tradizionalmente,  in particolare durante il periodo della dominazione spagnola, le festività puntavano su teatralizzazioni urbane e su cortei attraverso la partecipazione collettiva e diretta del popolo. Dalla seconda metà del '700 dal popolo parte una nuova modernità, alle innumerevoli rappresentazioni sacre [Settimana Santa, Feste Patronali, ecc.] la sfera laica risponde con le teatralizzazioni, gli intrattenimenti e i giochi del Carnevale.

I Carnevali storici di Sicilia

BISACQUINO (PA) | I DOMINO'
Il Carnevale di Bisacquino affonda le sue origini alla fine del '600 e si ritiene il più antico di Sicilia. La maschera principale è il DOMINO': una tunica scura munita di cappuccio; tradizionalmente è la donna a mascherarsi di dominò, operando un vero e proprio capovolgimento di ruoli poichè è lei che invita l'uomo a ballare. Dagli anni '50, il Martedì Grasso, quattro uomini portano in giro per le vie del paese un baule contenente un fantoccio di paglia; dietro lo seguono i ragazzi  che gridano "Murìu Piddu", fanno baldoria suonando i "brogni" (conchiglie). A mezzanotte suona "lu sinnu" che annuncia la fine del Carnevale e il fantoccio viene bruciato. Il Sabato e la Domenica si svolge la sfilata dei carri allegorici.

CINISI (PA) | SFILATA DI CAVALLI E CAVALIERI
Il Carnevale di Cinisi si identifica in due sequenze fondamentali: la Sfilata di Cavalli e Cavalieri in stile settecentesco e quella del Rito del Nannu. La tradizione carnevalesca della "Cavalcata" nasce alla fine del '700 rifacendosi alle mascherate a cavallo in uso nella Palermo vicereale. A Cinisi si imitò questa consuetudine , esibendo sfilate carnascialesche lungo il corso. del paese. Oggi, la Cavalcata ha luogo il Lunedì, mentre la Domenica ed il Martedì Grasso sono destinati alla sfilata dei carri allegorici. Il Rito del Nannu si divide in due momenti: il primo si svolge il Sabato precedente i giorni del Carnevale, il Nannu viene accolto alla stazione ferroviaria da maschere raffiguranti autorità cittadine [SindacoMarescialloArciprete], insieme alla banda musicale viene condotto nella piazza principale in un corteo festoso. La settimana successiva la Domenica, il Nannu riappare in forma di fantoccio, ormai defunto, viene condotto in un corteo funebre verso il luogo della sua fine accompagnato da urla strazianti ed esilaranti di uomini travestiti da donne in lutto. Dopo la lettura del testamento, nella piazza principale, ha luogo il rogo del Nannu che segna la fine della festa.

CORLEONE (PA) | I RIAVULICCHI
I RIAVULICCHI sono la maschera tipica del Carnevale di Corleone. Sono allegre e spiritose figure "demoniache" ricoperte di campanelli e campanacci che impazzano per le strade precedute dal suono del corno. Attualmente la festa prevede la partecipazione della banda musicale ed un trofeo dei quartieri che viene assegnato al migliore fra i carri allegorici in gara, che sfilano il Sabato, la Domenica ed il Martedì Grasso. Il Martedì avviene una singolare sequenza, quella dell'inseguimento del "porco frisatu": un maialino viene lasciato libero per poi essere catturato. La festa si conclude con il ballo in maschera nella piazza del Municipio, ed il rituale del Nannu (dalla lettura del Testamento al rogo) viene seguito con grandissima partecipazione.

MEZZOJUSO (PA) | IL MASTRO DI CAMPO
E' il più grande spettacolo di pantomima ancora oggi rappresentato in Sicilia, ispirato ad una vicenda storica del XV secolo. L'azione ha come protagonista uno strano personaggio che indossa una maschera rossa, un cappello ed un mantello rosso su una camicia bianca con nastri colorati; pantaloni rossi. Egli impersona Bernardo Cabrera, conte di Modica che invaghitosi della regina Bianca di Navarra, tentò di sottrarla al castello di Solanto dove si era rifugiata. In ambito popolare, nel XVIII secolo la mascherata del Mastro di Campo era particolarmente diffusa nell'area palermitana, come testimoniano il Marchese di Villabianca e Giuseppe Pitrè. Oggi, alla manifestazione prendono parte alcune centinaia di personaggi che assumono ruoli diversi. La pantomima ha inizio il pomeriggio della Domenica di Carnevale con un movimento di maschere che confluiscono nella piazza principale in attesa dell'arrivo del re e della sua corte; alcuni cavalieri in costume barocco irrompono a cavallo, lanciando confetti al pubblico. Dopo il corteo regale e il posizionamento della corte sul palco, inizia la vera e propria bagarre con gli assalti del Mastro di Campo che, dopo aver lanciato la sfida al re, cerca di conquistare la regina.Durante le fasi terminali, Mastro di Campo sale su una scala portatile in cima alla quale, ferito, cade all'indietro con un gesto molto plateale e viene applaudito da tutta la piazza. Il Mastro di Campo tornerà in scena "magicamente" guarito, riuscendo a sconfiggere il re ed a conquistare la regina. Il tutto si conclude con il percorso trionfale del Mastro di Campo vincitore.

TERMINI IMERESE (PA) | U NANNU E A NANNA
Il NANNU e la NANNA sono i protagonisti assoluti del Carnevale di Termini Imerese in forma di antichi mascheroni in cartapesta. Le dimensioni delle due maschere (superiori a quelle standard dei fantocci individuabili in altre zone della Sicilia), e il materiale in cartapesta, lasciano comprendere l'evoluzione e l'adattamento delle due figure. Un tempo, i due personaggi arrivavano presso la stazione ferroviaria o al porto; il loro ruolo era quello di portare il buonumore alla cittadinanza. Oltre a partecipare al corteo dei carri allegorici, il Nannu e la Nanna chiudono i festeggiamenti, il Martedì Grasso, con il rituale della lettura del Testamento e con "a' bruciatura di u' Nannu". Il Carnevale di Termini Imerese fa apprezzare piatti tipici che vengono distribuiti durante i festeggiamenti ai visitatori. Il pranzo del Giovedì Grasso vedeva sulle tavole i maccheroni preparati in casa con ragù di maiale e per dolce un cannolo ripieno di ricotta. Nella tradizione dei cibi carnevaleschi termitani entrarono anche le chiacchiere, i mustazzoli, la calia, la semenza, il rosolio, i tautù e i catalani.

[Fonte: Carnevali Storici di Sicilia, Bonanno]

II Parte

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