I consigli del vecchio agricoltore | Novembre

By giovedì, novembre 01, 2012 , , ,


Si continua la seminagione del grano, giacchè per San Martino il grano è meglio in terra che al molino.

I bravi agricoltori anche nelle regioni più calde della nostra isola non compiono mai tal lavoro dopo la metà di questo mese, nè anche le terre argillose, le quali non esigono abbondanza di piogge, ma sebbene profonde, e frequenti arature.

Il vignajuolo comincia a tagliare i lunghi tralci delle viti, zappa profondamente il suo vigneto, e scalza ogni vite. Benchè non sembri lodevole questa pratica, i nostri agricoltori la reputano utile per esperienza.

Si continua il raccolto delle ulive, e l'estrazione dell'olio.

Si cominciano in questo mese a raccogliere le radici della regolizia.

L'ortolano semina i sedani.

Si diradano i cardoni, si rincalzano, e s'ingrassano.

Il fiorista rinnova la terra alle peonie, pianta le viole, le primavere (conterba siciliana), le campanule, le matricarie, l'uva spina, i ribes, e simili.

Si trapiantano in un altro luogo le piante perenni ottenute da' semi.

Si mettono al coperto le piante delle regioni calde.

Si scannano gli agnelli, che non debbono allevarsi, e sulla fine del mese si spoppano quelli, che s'intende conservare  nella mandra (azzaccanari). Sempre hanno cattive pecore coloro, che per l'avidità del latte spoppano le agnelle prima di aver compiuto due mesi. Le madri delle une, e degli altri si mettono al latte. Si castrano in questo mese gli agnelli, che si vuol ingrassare pel mercato, e tale operazione bisogna eseguirsi a 15 giorni della loro nascita, e con l'estrazione della borsa, e recisione de' testicoli.

Si trasportano le vacche alle marine per pascolare sotto un clima più dolce, ed ivi cominciano a mungersi.

Si rivedano le arnie, e si riparino, onde custodite le api dal rigore della imminente stagione.

[Calendario per l'agricoltore siciliano, 1827]


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